"Di un buon sano riposo non è mai morto nessuno!"
"Dopo le mie 8 ore di sonno, finalmente, ho ricaricato le batterie e sono pronto per una nuova giornata!"
Queste sono alcune delle frasi che avrai sicuramente sentito almeno una volta nella vita, ma sarà tutto vero?
Il sonno è un fenomeno che occupa circa il 30% della nostra esistenza, ma che cosa sappiamo di questo processo?
Tutti i luoghi comuni che conosciamo saranno effettivamente veri?
Innanzitutto va detto che nessuno dorme più di quanto serve: quando abbiamo esaurito la necessità di dormire semplicemente ci svegliamo, e questo avviene in maniera del tutto naturale; insomma non è possibile dormire più del necessario, quantomeno in modo naturale.
Il sonno è un fenomeno circadiano, ovvero risente ed è influenzato dai ritmi giornalieri, in particolare dal ciclo luce/buio, che coinvolge principalmente il cervello ed ha una sua struttura ben definita. Il nostro sonno è Polifasico.
Esistono infatti 4 fasi dette Non-Rem ed una fase REM (Rapid Eye Movement), caratterizzata, appunto, da rapidi movimenti oculari: queste 5 fasi costituiscono un ciclo del sonno e sono caratterizzate da diversi tipologie e frequenze di onde cerebrali. Un intero ciclo dura all'incirca 90 minuti [1].
I cicli si susseguono mentre dormiamo, per questo motivo, il sonno umano viene definito Policiclico, e qui sorge spontanea una domanda: le famose 8 ore di sonno ottimale da dove derivano? Ragionando su multipli di un ora e mezza (90 min ndr) si arriva ad avere una durata di 7:30 ore se compiamo 5 cicli e 9:00 ore se ne compiamo 6.
Ecco sfatato il primo mito! Le 8 ore non rappresentano la quantità di sonno ottimale, perchè portano all'interruzione di un ciclo di sonno, e di questo ce ne possiamo accorgere perchè quando ci svegliamo può capitare di provare la sensazione di cadere nel vuoto, oppure si può provare disorientamento e confusione, come se non sapessimo dove siamo. Questo accade quando interrompiamo un ciclo del sonno, al contrario, dopo la fase REM, il risveglio è ottimale e privo di qualsiasi problema.
Il sonno di fatto è lo stato contrapposto alla veglia, in cui siamo disimpegnati dal punto di vista percettivo e completamente distaccati (almeno in alcune fasi) dagli stimoli dell'ambiente che ci circonda.
Durante il sonno il cervello è molto attivo, in alcune aree cerebrali l'attività è 5/10 volte superiore allo stato di veglia!
Il sonno è un processo che consente di ripulire il sistema nervoso dai metaboliti (spesso tossici) prodotti durante la giornata: questo procedimento richiede una grossa quantità di energia e, di fatto, non può avvenire mentre siamo svegli perchè non disponiamo di sufficienti risorse energetiche per far si che entrambi i processi (rimanere svegli e svolgere l'attività di pulizia) avvengano contemporaneamente.
Durante il sonno si manifestano dei fenomeni, rilevabili tramite onde cerebrali, del tutto sovrapponibili ai processi di elaborazione delle informazioni che avvengono durante la veglia, ed in effetti una delle funzioni del sonno è proprio quella di consentire l'apprendimento, fissando gli engrammi in memoria. Questo aspetto è dimostrato da molti studi che spiegano sia come avviene l'apprendimento, sia l'effetto booster (accelerazione di apprendimento) se le sessioni vengono strutturate in maniera intelligente e collegate al fenomeno del sonno stesso.
Le stesse onde che generano l'apprendimento possono influenzare l'attività del cuore, agendo sul fenomeno della variabilità cardiaca ed essendone in parte responsabili.
Il ciclo sonno/veglia è controllato da un sistema complesso, che funziona per inibizioni di sistemi e per inibizione di inibizione [2] ed è influenzato da asset ormonali precisi. I due principali ormoni che intervengono nella regolazione del ciclo sonno/veglia sono:
- il cortisolo, l'ormone dello stress, responsabile del risveglio e
- la melatonina che invece stimola il sonno e la cui produzione può essere stimolata da diversi cibi.
Da qui si evince che anche l'aspetto alimentare, sia in termini di timing che di contenuto (che cosa mangiamo) può influenzare il fenomeno sonno.
Il sonno, o meglio la sua alterazione, influenza molti aspetti della vita, tra cui la prestazione fisica. Diversi studi dimostrano che la scarsità e la scarsa qualità del sonno, infatti, influiscono su una serie di sostanze (aminoacidi e ormoni) che possono alterare la prestazione cognitiva, la capacità di ragionare, e che sono coinvolte anche in alcuni patway metabolici come ad esempio il ciclo di Krebs fondamentale nella produzione energetica o la produzione di testosterone impiegato nei lavori di forza. Un sonno non ottimale comporta il rilascio di citochine infiammatorie agendo negativamente sulla salute dei soggetti.
Si può misurare il sonno?
La risposta è certamente si. Solitamente i monitoraggi più complessi vengono fatti a scopo clinico, con sofisticate apparecchiature, tuttavia lo sviluppo tecnologico ha reso possibile il monitoraggio quotidiano con ottima qualità dei dati rilevati.
I moderni device offrono la possibilità di rilevare tramite sistema ottico la frequenza cardiaca ed altri dati: proprio grazie a questo tipo di tecnologia è possibile monitorare il sonno!
I dati oggettivamente interessanti riguardano sia l'aspetto quantitativo che quello qualitativo; occorre quindi capire quanto dormiamo normalmente in termini di ore, ma anche come dormiamo, quanti cicli di sonno facciamo, il grado di profondità e di continuità del sonno.
Ricordiamo che il sonno, come molti fenomeni fisiologico-biologici, è un fenomeno allosterico. Solitamente in biologia si parla di omeostasi per indicare il mantenimento dell'equilibrio dei parametri fisiologici,
al contrario l'allosterismo indica la capacità di mantenere la funzionalità del sistema, quindi agisce tramite una modifica dinamica dei parametri per far si che il corpo rimanga efficiente. Ecco perché possiamo permetterci di dormire anche solo qualche ora ed essere in grado di svolgere le normali attività la giornata seguente: questo sistema rappresenta una sorta di tampone che ci permette di protrarre le attività in condizioni particolari, si tratta comunque di un comportamento che va ridotto al minimo e che, comunque, necessita delle opportune fasi di recupero dopo che è stato adottato.
Monitorando il sonno possiamo costruire il nostro personale trend su cui possiamo agire per apportare le opportune modifiche tramite l'adozione di semplici comportamenti.
Se vuoi monitorare il sonno, capire quali sono le potenzialità di questa analisi, come utilizzare i dati raccolti per ottimizzare l'allenamento e quali comportamenti adottare per migliorare qualità e quantità del sonno stesso non esitare a contattarmi!
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Bibliografia:
1) Ioannides A.A., Liu L., Poghosyan V., Kostopoulus G.K.; “Using MEG to understand the progression of Light Sleep nand the Emergence and Functional Roles of Spindles and K-Complexes”; Front.Hum.Neurosci., 16June 2017.
2) Doherty R., Madigan S., Warrington G., Ellis J.;“Sleep and Nutrition Interactions: Implications for Athletes”;Nutrients 2019, 11, 822; doi:10.3390/nu11040822.
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